Attenzione
La salita al cratere è sconsigliata ai soggetti portatori di patologie complesse quali quelle respiratorie e cardiovascolari.
Lunghezza complessiva del sentiero: 3.807 m; Quota massima: 1.170 m slm; Dislivello: 140 m circa; Pendenza media: 14 %; Difficoltà: media; Tempi di percorrenza: 3 h a/r
Parco Archeologico di Ercolano
Parco Archeologico di Pompei
Geo
I numeri del Vesuvio
Paese | ![]() |
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Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Altezza | 1281 m s.l.m. |
Catena | Appennini |
∅ Cratere | 700 m |
Prima eruzione | 79 d.C. (datazione incerta per quelle precedenti) |
Ultima eruzione | 1944 |
Coordinate | ![]() |
Date delle eruzioni
Dopo l'eruzione del 79 - che fu l'ultima delle eruzioni "pliniane" ed anche la prima dei tempi storici-, il Vesuvio ha avuto innumerevoli eruzioni, di svariati tipi, qui sotto cronologicamente elencate:
- Eruzioni esplosive
- 203, 472, 512, 685, 968, 999, 1680, 1682, 1685, 1689.
- Eruzioni effusive
- 1717, 1725, 1728, 1730, 1751, 1752, 1755, 1771, 1776, 1785, 1805, 1810, 1812, 1813, 1817, 1820, 1831, 1855, 1858, 1867, 1868, 1871, 1884, 1891, 1895, 1899, 1929.
- Eruzioni effusivo-esplosive
- 1036, 1068, 1078, 1139, 1631, 1649, 1660, 1694, 1698, 1707, 1714, 1723, 1737, 1761, 1767, 1779, 1794, 1822, 1834, 1839, 1850, 1861, 1872, 1906, 1944.
- Eruzioni dubbie[13][14]
- 787, 991, 993, 1007, 1305, 1500.
700.000 circa gli abitanti complessivi dei centri ai piedi del Vesuvio
600.000 i visitatori annui del cratere del Vesuvio
356.299 gli abitanti dei Comuni del Parco
101.361 gli abitanti di Torre del Greco, il comune più grande del Parco
8.482 gli ettari di superficie del Parco Nazionale del Vesuvio
5.492 gli abitanti di Massa di Somma
1.281 metri l' altezza del Vesuvio
1.132 metri l' altezza del Monte Somma
1.005 gli ettari di superficie della Riserva Naturale dello Stato Tirone-Alto Vesuvio
906 le piante descritte nel Parco
230 i minerali del Vesuvio
190 metri la quota di Ottaviano, il centro più elevato del Parco
150 le specie di uccelli
121 le ville vesuviane del Settecento
70 circa le varietà di albicocche coltivate nella zona
38 metri la quota di Torre del Greco, il centro più basso del Parco
30 le specie di mammiferi
23 le specie di orchidee spontanee
18 gli endemismi vegetali
13 i comuni del Parco: Boscoreale, Boscotrecase, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Pollena-Trocchia, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Sant'Anastasia, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre del Greco, Trecase
12 le specie di rettili e anfibi
10 circa i vitigni caratteristici del Vesuvio
2 i vini doc: Vesuvio e Lachryma Christi
Fonte dati: Wikipedia
- Dettagli
Profili del Vesuvio
Variazioni delle altezze dal 1845 al 1858
- Dettagli
Colate laviche del Vesuvio
Mappa delle direzioni della lava dal 1631 al 1831
- Dettagli
Eruzioni del Vesuvio dal 1631-1944
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16.12.1631 subpliniana |
Bocche alla base del Cono. Flussi in tutte le direzioni, specialmente a W e S. Il vulcano si abbassa di circa 480 m, si forma la caldera del Vesuvio. I lahar arrivano fino al mare variando la linea di costa |
28.11-14.01 1649-1650 esplosiva |
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3. 07.1660 esplosiva |
Caduta di cenere verso NE | |
23/30.03.1680 esplosiva |
Emissione di zampilli di lava fluida a notevole altezza dalla bocca di emissione. | |
12/22.08.1682 esplosiva |
Fontane di lava. Incendi. Caduta di piroclastiti su Torre del Greco e Ottaviano | |
26.09/04.10.1685 esplosiva |
Emissione di zampilli di lava fluida a notevole altezza dalla bocca di emissione. Il cono cresce molto. | |
17.11/15.12.1689 esplosiva |
Lava all'interno della caldera del Vesuvio. Il Cono cresce di 66 m. | |
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13.04.1694 effusiva |
Lave ad W e SE (Torre del Greco, Ercolano, S. Giorgio a Cremano e Boscotrecase). Distruzioni. Tentativo di deviare la colata di lava. Per la prima volta dal 1631 le lave scorrono al di sotto dell'orlo della caldera verso le falde del vulcano. |
25.05.1698 effusiva-esplosiva |
Danni per caduta di cenere a Boscotrecase, Torre Annunziata, Ottaviano | |
1/15.07.1701 effusiva |
Lava a SE (Boscotrecase, Ottaviano). | |
28.07/13.08.1707 effusiva-esplosiva |
Lava ad W e SE. Caduta abbondante di piroclasti a Torre del Greco, Striano, Scafati e Boscotrecase. Danni alle coltivazioni. Feriti. Costruzione dell'edicola di S. Gennaro a S. Caterina a Formiello (Porta Capuana). | |
6/16.01;15/30.06 1714 effusiva-esplosiva |
Lave verso SW, SE (sulla colata del 1701), N e NE. Danni a Ottaviano, Somma V. S. Anastasia, Torre Annunziata e Boscotrecase. | |
6/18.06;22.12.1717 effusiva |
Lava a SE (sopra la colata del 1714) e SW. Danni alle coltivazioni di viti a Trecase ed intorno ai Camaldoli. Tre bocche attive sulla piattaforma craterica. | |
28.06/04.07.1723 effusiva-esplosiva |
Lave verso E e SE. Danni alle coltivazioni per la caduta di lapilli a Ottaviano, Nola, Palma C., Sarno, Gragnano, Nocera e Castellamare. Piroclastiti fino al Vallo di Diano. | |
16.01.725 effusiva |
Le lave formano cupole nell'Atrio. Il Vesuvio cambia aspetto. | |
1727-1728 effusiva |
Si forma una cupola sul versante di Torre del Greco. | |
1730 effusiva |
Taglio dei boschi per evitare il propagarsi degli incendi. Le fontane di lava innalzano notevolmente la cima del vulcano e la rendono più acclive. | |
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20.05.1737 effusiva-esplosiva |
Un flusso di lava invade Torre del Greco; caduta di cenere e lahar |
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27.10.1751 25.02.1752 effusiva |
Bocche a S nell'Atrio dalla sutura del 1631. Lave verso Boscoreale, Boscotrecase, Torre Annunziata e Ottaviano. Lave circa 10 volte più abbondanti del 1737. La lava del 25/10 verso SE percorre 4 miglia in 6 ore. |
02.12.1754 17.03.1755 effusiva |
Bocche a S nell'Atrio dalla sutura del 1631. Lave verso Bosco di Ottaviano, Boscoreale e Boscotrecase (in parte sulle lave del 1737). Ingenti danni alle coltivazioni. |
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23.12.1760 05.01.1761 effusiva-esplosiva |
Apertura di bocche laterali sul fianco S (150 m slm); un flusso di lava verso T.Annunziata |
19/27.10.1767 effusiva-esplosiva |
Due flussi di lava verso T.Annunziata. e S. Giorgio a Cremano | |
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01/11.05.1771 effusiva |
Colata di Lava a SW verso Ercolano e S. Giorgio a Cremano. Alla fine dell'eruzione il Vesuvio è più alto di prima. Si forma un piccolo cratere. |
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1773/1776 effusiva |
Lave nel Canale dell'Arena (1774) e nel Fosso della Vetrana (1775-76). Eruttate 20 milioni di mc di lave dal 1770 al 1776. |
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8.08.1779 esplosiva |
Lave ad W. Enorme quantità di piroclastiti a NNE e nell'Atrio che nel Vallone della Vetrana viene sollevato di 75 m. Cenere e proietti su Ottaviano. Notevolissime fontane di lava che superano l'altezza di 4 km. |
1785 effusiva |
Lave a NW una lingua sorpassa il Fosso del Faraone, un'altra distrugge il Romitorio della Vetrana. | |
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15.06.1794 effusiva-explosiva |
Apertura di bocche a SO (470 m slm); un flusso di lava Torre del Greco |
15.08/05.10.1804 effusiva |
Lava a SW attorno ai Camaldoli tra Torre del Greco e Torre Annunziata. Danni alle colture. | |
13.02/12.08.1805 effusiva |
Lava a SW (sopra la colata del 1804) in direzione dell'Epitaffio (Torre del Greco). Uno dei 5 rami raggiunge il mare in circa 4 ore in corrispondenza della cosiddetta Torre Scassata (Torre Annunziata). | |
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31.05/05.06.1806 effusiva |
Lava a SW (Camaldoli). Fontane di lava. |
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11.09.1810 effusiva |
Bocche alla sutura del 1631. Lave a W, SE verso Ercolano, Boscotrecase ed Ottaviano. Danni ai campi coltivati. |
1/4.01.1812 effusiva |
Lava ad W verso Torre del Greco. | |
25/27.12.1813 effusiva |
Lava a W, attraversa il Fosso Bianco in direzione di Torre del Greco. | |
22/26.12.1817 effusiva |
Lava a SE verso il Mauro di Ottaviano si ferma a poche decine di metri dalla strada Torre Annunziata-Ottaviano. | |
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01.12.1819 31.05.1820 effusiva |
Lava da 6 bocche sul versante NW del Gran Cono. Nel gennaio 1820 nuova frattura ad W e lava verso il Colle del Salvatore. |
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22.10.1822 effusiva-esplosiva |
Due flussi di lava verso T. del Greco e Boscotrecase |
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14.08.1831 2.12.1832 effusiva |
Terremoto il 14 agosto ed emissione intracraterica. Lave a SE verso Bosco (20/8); a SSE (20/9-fine 1931); verso Torre del Greco (20/11), Ercolano (25/12), Boscotrecase e Piano delle Ginestre (27/2), Ottaviano ed Eremo (23/7); verso W (8/8); verso Bosco (ottobre-15/11); verso Torre del Greco (16-23/12). |
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23.08.1834 effusiva-esplosiva |
Lava a SE tra Boscoreale ed Ottaviano. Distrutto il borgo di Caposecchi e di S. Giovanni (800 persone senzatetto).Un flusso di lava verso Poggiomarino |
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1/5.01.1839 effusiva-esplosiva |
Formazione di un piccolo cratere profondo 285 m. Lave a SW (sopra la colata del 1767 e del 1810) e SE verso Boscotrecase ed Ercolano. Boscotrecase e Castellamare coperti da uno strato di scorie. Danni per caduta di lapilli. |
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05.02/02.03.1850 effusiva-esplosiva |
Lava a SE verso Boscroreale (in parte sopra e accanto alla colata del 1834) lunga circa 9 km. Danni alle colture a Torre Annunziata ed Ottaviano. Forte attività esplosiva. Il cratere si innalza di diverse decine di metri. |
01/28.05.1855 effusiva |
Bocche sul versante N tra 898 e 1068 m s.l.m. Colata a NW verso S. Sebastiano, Massa e le Novelle di S. Vito. Distruzione di case e danni alle colture. | |
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27.05.1858 10.04.1861 effusiva |
Bocche nell'Atrio. Apertura di 6 fenditure tra la base del Gran Cono e l'Atrio. La lava emessa dalla IV fenditura riempie il Fosso Grande e scende fin quasi a S. Vito (Ercolano). Ingrottamento delle lave nel Piano delle Ginestre. |
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8/10.12.1861 effusiva-esplosiva |
Bocche nel rione Montedoro tra 300 e 218 m s.l.m., poco più a valle di quelle del 1794. Lava ad W a monte di Torre del Greco dove si rilevano distruzioni e crolli (rione Capotorre). Sollevamento del suolo prima dell'eruzione. |
13.11.1867 15.01.1868 effusiva |
Lave nell'Atrio ad E e W presso Crocelle e presso le bocche del 1794. | |
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15/30.11.1868 effusiva |
Lava a NW attraverso il Fosso del Faraone verso Novelle di S. Vito e Cercola. Gravi danni alle colture. |
13.01/05.11.1871 effusiva |
Ingrottamento di lave fluide e veloci nell'Atrio della Vetrana fino ai Canteroni in corrispondenza dell'Osservatorio Vesuviano. Il 13 gennaio si forma un conetto sul bordo N del cratere che rimane attivo fino all'eruzione dell'aprile 1872. | |
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24.04/02.05.1872 effusiva-esplosiva |
Lava verso NW. Una colata attraversa l'Atrio, supera il Fosso del Faraone e discende verso Cercola, invade S. Sebastiano e Massa di Somma. Danni ingenti, 9 morti. Si forma un cratere di 250 m di diametro. Forte eruzione. |
12.1881/03.1884 effusiva |
Dosso di lava sul fianco SE del Gran Cono. | |
07.06.1891 03.02.1894 effusiva |
Frattura a N del Gran Cono. Bocche tra i 825 e 850 m s.l.m. (sutura del 1631). Le lave a N nell'Atrio formano il Colle Margherita, una cupola alta 135 m. | |
03.07.1895 07.09.1899 effusiva |
Frattura a NW del Gran Cono. Bocche intorno ai 750 m s.l.m. (sutura del 1631). Le lave a NW nell'Atrio formano il Colle Umberto, una cupola alta 160 m. | |
1903/1904 | Le lave a E nella Valle dell'Inferno formano una cupola alta 50 m che contribuisce notevolmente a sollevare il livello dell'Atrio. | |
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4/22.04.1906 effusiva-esplosiva |
Danni a Torre Annunziata. Boscotrecase invasa. Distruzioni ad Ottaviano e S. Giuseppe Vesuviano. 227 morti (11 a Napoli per il crollo del mercato di Monteoliveto). Danni alle colture. Il vulcano si abbassa notevolmente lasciando un grande cratere, che si riempie completamente durante l'attività stromboliana del luglio 1913. La più forte eruzione del secolo. |
4/10.06.1929 effusiva-esplosiva |
Lave ad E verso Terzigno (Pagani e Campitelli) e, più a S, attraverso il burrone della Cupaccia, verso le lave del Mauro (1751 e 1754) e dei Caposecchi (1834). Distruzione di case e campi coltivati. Notevoli fontane di lava. Crollo del conetto. | |
1929/1944 effusiva |
Emissioni lente. Lave nell'Atrio. | |
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18.03.1944 effusiva-esplosiva |
Un flusso di lava invade Massa e S.Sebastiano |
Dati rilevati da Fisica del Vulcanismo |
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Le informazioni riportate sono tratte da: - A. Nazzaro; 1997. Il Vesuvio Storia eruttiva e teorie vulcanologiche. Liguori Editore. - Scandone R, Giacomelli L and Gasparini; 1993. Mount Vesuvius: 2000 years of volcanological observations. Journal of Volcanology and Geothermal Research 58: 5-25. |
- Dettagli
Il vulcano Vesuvio
Il Vesuvio, è un raro esempio di "vulcano a recinto": il cono è circondato da un cratere molto più antico che aveva una circonferenza lunga circa 11 km.
Nell'Eocene il monte era un'isola circondata dal mare, solo nel Pliocene si saldò alla terra ferma e si stima che allora raggiungesse l'altezza di ben 2300 m; attualmente il Gran Cono, la sua cima, è alto 1281 m e il cratere misura circa 1500 m di circonferenza.
Il 24 agosto del 79 d.C. è la data della sua prima eruzione in epoca storica. Abbiamo il resoconto di quei terribili giorni nella lettera che Plinio il Giovane scrisse a Tacito.
Pompei e Stabia furono distrutte e sepolte sotto un manto di lapilli e cenere, Ercolano fu sommersa da un fiume di fango.Nei dodici secoli che seguirono la distruzione di Pompei il Vesuvio ha avuto altre undici eruzioni. L'eruzione del 1139 fu particolarmente violenta. Seguì un lungo periodo di stasi durante il quale il vulcano si ricoprì di vegetazione fino alla cima. Il Vesuvio rientrò in attività nel 1631: morirono oltre 3000 persone e il fumo oscurò il cielo fino al golfo di Taranto per diversi giorni. Da allora si susseguirono numerose eruzioni, tra le più significative ricordiamo quelle del 1694, 1767, 1794 (che rase al suolo Torre del Greco), 1872 e 1906. L'ultima eruzione è stata nel 1944.
Il vulcano attualmente è in stato di quiete.
L'eruzione del 79 d.C. che distrusse Ercolano e Pompei si verificò dopo un periodo di lunghissima stasi, al punto che in quegli anni la popolazione del luogo non riconosceva più il Vesuvio come vulcano ma come semplice monte, come si può osservare nel dipinto dell'epoca rinvenuto a Pompei. Il Vesuvio appartiene a quella categoria di vulcani chiamati "vulcani grigi" per il tipo di materiale che emettono quando entrano in attività, sono i gas e le ceneri ad uscire in abbondanza e con violenza obbligando ad una fuga precipitosa e spesso senza speranza chi vive nel raggio di decine se non centinaia di chilometri dal cono vulcanico. Le lave, in questo tipo di eruzione, sono di secondaria importanza e di solito seguono dopo giorni o settimane i gas ed i lapilli. Caratteristiche di queste eruzioni sono le nubi ardenti: si tratta di gas e materiali vari tanto pesanti da non riuscire a salire verso il cielo e dunque costretti a percorrere i fianchi del vulcano anche a 150 kmh, sfondando ed incenerendo qualunque ostacolo incontrino sul loro percorso. Il materiale più leggero riesce a salire verso l'alto rimanendo in sospensione nell'atmosfera così da creare una notte innaturale che può prolungarsi per giorni interi, il materiale poi ricade sotto aspetto di pioggia infernale. Attualmente l'area vesuviana conta milioni di abitanti, una eruzione potrebbe causarne la morte di centinaia di migliaia. Durante l'eruzione del 1631, la barriera naturale del monte Somma, uno ostacolo sulla via della nube ardente alto ben 250 metri, riuscì a malapena a salvare i centri abitati a Nord del Vesuvio.
Il rischio di una nuova eruzione del Vesuvio
Il Vesuvio conserva energia dal 1631. La camera magmatica, che contiene polveri vulcaniche e rocce fuse a 2000 gradi di temperatura, è di circa cinque chilometri cubi.
Il Vesuvio è tra i vulcani più studiati e tenuti sotto controllo nel mondo, se un giorno il magma dovesse fuoriuscire è quasi impossibile che l'eruzione non possa essere prevista con anticipo. Oggi il condotto principale è ostruito dal magma raffreddatosi dopo l'eruzione del 1944, gli scienziati stanno definendo con precisione dove si trova la camera magmatica che sta via via riempendosi di lava e di gas. Una sofisticata strumentazione sta tenendo sotto controllo ogni più piccolo movimento del magma gas, composizione chimica delle acque sorgive, microterremoti e variazioni del livello del suolo sono costantemente analizzati da computer. Quando il magma verrà a giorno si cercherà la strada creando fratture che saranno sorgenti di numerosi sciami di terremoti, il loro studio permetterà di capire a quale profondità si troverà via via nel tempo la lava in risalita, non è detto che quest'ultima esca dal condotto principale, essa infatti potrebbe aprirsi la strada da uno dei versanti del vulcano. Tutto ciò comunque non deve far pensare che il Vesuvio sia un mostro addomesticato, c'è chi sostiene infatti che potrebbe anche risvegliarsi con modalità imprevedibili, magari con periodi di preallarme così lunghi che dopo un certo tempo non verranno più considerati pericolosi dalla popolazione. Queste ricerche, questi studi, porteranno gli scienziati a prevedere con sempre maggior precisione le eruzioni, salvando in tal modo la vita di migliaia di persone.
Le strategie del piano di emergenza Vesuvio, comprendono all'occorrenza l'allontanamento spontaneo della popolazione durante la fase di pre-allarme. In caso di allarme invece, sia la popolazione che i soccorritori devono obbligatoriamente lasciare la zona rossa. I comuni della zona rossa Vesuvio sono 25 per un totale di circa 700.000 gli abitanti. Il numero di veicoli assommano a 380.000. Qualora dovesse rendersi necessario la proclamazione dello stato di allarme, le autorità regionali campane hanno calcolato in 72 ore il tempo necessario per allontanare l'intera popolazione a rischio secondo questo crono programma: 12 ore per organizzarsi; 48 per allontanare popolazione e soccorritori dalla zona rossa, e le rimanenti 12 ore rappresenterebbero un margine di sicurezza per gli imprevisti.
Al Vesuvio sono installati strumenti per il monitoraggio continuo della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle emissioni di gas dal suolo e dalle fumarole. Inoltre si effettuano periodiche campagne per la misura di particolari parametri geofisici e geochimici.
I dati prodotti dagli strumenti in continuo e dalle campagne di misura sono analizzati da sistemi automatici e controllati dai ricercatori dei diversi settori.
I risultati delle analisi non evidenziano variazioni significative nello stato di attività del vulcano.
Maggiori informazioni: Aggiornamento del Piano nazionale di emergenza per il Vesuvio
- Dettagli
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